Belloc, Economia, cap. I-7. La moneta – Parte 5

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Oggi vediamo come funziona la cartamoneta.

Ricordo che la moneta è il

«Bene economico intermediario negli scambi quale misura di valore e mezzo di pagamento: alcuni popoli primitivi usano conchiglie come moneta»

— Zingarelli 2008, lemma “moneta”, significato 1

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Parte I “Elementi”. Capitolo 7
La moneta

Da Economics for Helen, di Hilaire Belloc (1924; IHS Press 2004)

quinta parte, pp. 74-

Una Banca nazionale o un Governo (ma soprattutto la Banca d’Inghilterra, con la garanzia del governo) stampava pezzi di carta con le parole: “Prometto di pagare cinque sterline al portatore di questa ricevuta”. Chiunque portasse uno di questi pezzi di carta alla Banca d’Inghilterra poteva avere cinque sovrane d’oro. Ma dato che questo comportamento era noto a tutti, le persone erano ben disposte ad accettare il pezzo di carta al posto di cinque sovrane.

Se vendevi a qualcuno un cavallo per cinquanta sterline, eri ben disposto ad accettare dieci biglietti da cinque sterline anziché cinquanta sovrane d’oro. Erano più facili da trasportare e sapevi che, quando avessi voluto l’oro vero, ti saprebbe bastato andare alla banca per averlo.

Poiché le persone erano così ben disposte ad essere pagate in carta anziché in oro vero, in un qualunque momento del tempo si poteva tenere in circolazione un gran numero di biglietti e bastava tenere in banca, per riscattarli, solo una piccola quantità d’oro. In pratica si scoprì che, per pagare i biglietti che venivano effettivamente portati alla banca, era sufficiente possedere molto meno oro rispetto al totale dei biglietti che lo rappresentavano. La gran parte dei biglietti seguitava a girare e girare; e in tempi normali ci voleva molto tempo prima che un biglietto fosse riportato alla Banca.

Puoi vedere come questo stratagemma della moneta di carta avesse l’effetto di accrescere l’ammontare totale del mezzo corrente nella pratica e di aumentare notevolmente la sua Efficienza di Circolazione. In più, rendeva l’Efficienza di Circolazione molto elastica, perché in tempi di economia ferma molti biglietti uscivano dalla circolazione e venivano riscattati in banca, mentre nei momenti di attività fervente tornavano a circolare più biglietti.

Finché ogni biglietto era convertito in oro ogni volta che veniva consegnato alla banca, finché cioè la promessa di pagare fu mantenuta prontamente, la moneta rimase buona; la valuta di carta non interferiva con la realtà dei valori in oro, non c’erano scompensi nei prezzi e tutto andava bene.

Purtroppo i Governi sono fortemente tentati, quando hanno spese straordinariamente elevate, di falsificare la Valuta. Le persone a tal punto si abituano a fidarsi del marchio del Governo sulla carta o sul metallo che lo considerano come un elemento della natura. Quel che il Governo realmente fa, quando conia una sovrana, è di offrire la garanzia che quel dischetto di metallo giallo contiene 123 grani d’oro insieme a una certa (e piccola) quantità di lega che serve a rendere l’oro più duro. Quando il Governo deve sborsare grandi somme per le paghe, dell’Esercito o della Marina o simili, è tentato di mettere nelle monete meno oro e più lega mantenendo inalterato il marchio: questo si chiama “Svalutare la Moneta Corrente”.

Per esempio, il Governo vuole cento tonnellate di grano per nutrire i soldati e il prezzo del grano al momento è di dieci sovrane a tonnellata. Il Governo dice a un mercante: “Se mi dai cento tonnellate di grano, ti darò mille sovrane”. Quando però arriva il momento di pagare le mille sovrane, anziché dare mille monete contenenti ciascuna 123 grani d’oro, esso conia monete di minor pregio contenenti ciascuna solo un centinaio di grani d’oro e paga il mercante con queste. Solo quando queste sovrane guaste entrano in circolazione, naturalmente, ci si accorge della reale quantità d’oro che contengono, perché le persone cominciano a saggiarle e scoprono che non hanno avuto tanto oro quanto sembrava a prima vista. Allora, naturalmente, i prezzi misurato con questa nuova moneta vile crescono.1 Se il Governo vuol comprare altre cento tonnellate di grano dovrà offrire più di mille monete vili; dovrà offrirne, diciamo, milletrecento. Ma di nuovo esso è tentato di mettere ancor meno oro nelle monete con cui paga il secondo carico di grano; e così la moneta diventa sempre più vile, finché alla fine forse una sovrana non varrà più neanche la metà di quel che finge di valere. I governi in passato hanno fatto così più e più volte, ma è stato solo ai nostri tempi che si è fatta strada la peggior forma di svalutazione della moneta.

Essa si presentò come un risultato della Grande Guerra e oggi ne soffriamo tutti. Questa ultima e peggiore forma di svalutazione funziona non ingannando sulla quantità di metallo ma attraverso un imbroglio operato con la cartamoneta.

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1 Questo fenomeno è detto legge di Gresham, a volte esposto come “la moneta cattiva scaccia quella buona”. 

Continua: cap. 7, sesta parte (e ultima) 

Torna: cap. 7, quarta parte

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Quale sia questo imbroglio, lo vedremo la prossima volta. 

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