Woke: Senzatetto

Indice

Introduzione

Le note in [] sono mie 

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1) Peccato Originale

* Capitalismo

* Proprietà privata

2) Demoni colpevoli

* Politici che fanno chiudere luoghi in cui apertamente si traffica e si consuma droga (“accampamenti di senzatetto”) [vedi oltre]

* La polizia

3) Miti  Continua a leggere “Woke: Senzatetto”

Tin chapel, cappella di lamiera

All’inizio del cap. VI dell’Osteria Volante, Chesterton parla di una cappellina di lamiera (tin chapel) che poi nomina più volte, con diversi nomi, perché vi si svolge una scena importante del libro (cap. VII).

Ebbene, eccone qua un esemplare: la Henton Tin Chapel, ossia la cappella di lamiera di Henton, ricostruita nel Museo a cielo aperto di Chiltern; museo che è improvvisamente balzato in cima alla mia lista di luoghi da visitare, non tanto per la cappella quanto perché c’è una fattoria funzionante di inizio Novecento, col cavallo che tira gli attrezzi agricoli!

Henton Tin Chapel

Chiltern Open Air Museum: la fattoria

Woke: Malattia mentale

Indice

Introduzione

Le note a piè di pagina e le note in [ ] sono mie.

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1) Peccato Originale

* La psichiatria

* L’invenzione della malattia mentale

* L’illuminismo

2) Demoni colpevoli

* Gli psichiatri

* I filosofi illuministi

3) Miti 

Continua a leggere “Woke: Malattia mentale”

“donna”

Da Verily Magazine, una notiziola di qualche settimana fa, ma significativa. Per il significato di TERF, si veda il post Woke: Trans.

Margaret Atwood si chiede come mai non possiamo “più dire donna”

Margaret Atwood ha raggiunto J.K. Rowling nel novero delle Autrici Problematiche. La scrittrice di The Handmaid’s Tale è stata attaccata questa settimana per aver twittato un articolo del Toronto Star dal titolo “Why can’t we say ‘woman’ anymore?”. [Perché non possiamo più dire ‘donna’?]

«”Donna” rischia di diventare una parolaccia …. eliminata dal lessico della burocrazia, estirpata dal vocabolario medico e rimossa dalla conversazione», sostiene l’autrice dell’articolo, l’editorialista Rosie DiManno. Ella riporta casi in cui il termine “donna” è stato scambiato con frasi goffe e disumanizzanti come “persona con la vagina”, “persona che ha le mestruazioni” o “persona con la cervice uterina”.

Attivisti indignati per l’appoggio della Atwood all’articolo sono stati svelti ad attaccarla e ad etichettarla come TERF (trans-exclusionary radical feminist). Qualcuno su USA Today ha lamentato che qualunque dei due milioni di follower della Atwood su Twitter si sarebbe potuto trovare esposto all’“articolo transfobico”, il quale sottolineava esplicitamente che quello non è «un argomento contro l’auto-identificazione di genere». Al contrario, la DiManno scrive: «È più che altro una poco felice evoluzione del linguaggio, che fondamentalmente riguarda il comunicare con chiarezza».

La posizione della Atwood, però, non è stata priva di sostenitori. Qualcuna ha notato che la Atwood ha espresso «solidarietà» alla «comunità trans e non-binaria» in passato, ma che rendersi conto delle implicazioni del linguaggio genere-neutrale è «meglio tardi che mai». Le TERF, scrive, «sono semplicemente donne che hanno fatto maggiore attenzione, rispetto all’autrice di The Handmaid’s Tale, alle ricadute di un’ideologia che ridefinisce gli esseri umani femmine come “persone che partoriscono”, “quelle che allattano” …. o anche soltanto “non-uomini” [non-men]. In altre parole, un’ideologia che riduce l’essere umano femmina a un insieme di tratti biologici, nel nome dell’“inclusione”». — MFS [Madeline Fry Schultz]

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Che c’è di significativo?

Varie cose, ma voglio sottolineare l’ultima: non-men, non-uomini, è un pizzico troppo vicina a untermenschen per i miei gusti.

Mi permetto di ritenere che Putin non sia il solo problema del mondo.

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Aggiornamento 15 marzo 2022.

«Che cos’è una donna?». «Dipende dal contesto»
Le dichiarazioni di due leader del partito laburista sollevano le proteste di J.K. Rowling e Suzanne Moore che puntano il dito contro il pensiero unico
Rodolfo Casadei, TempiWeb 12/03/2022